LETTERE APERTE  

Lettere aperte sono lettere inviate da pazienti e visitatori, i quali danno la sottintesa autorizzazione alla pubblicazione su questo sito e su eventuali riviste specializzate o su rubriche di periodici vari.


Lettera 1

Gentilissima Dottoressa.

Visitando il suo sito scopro con piacere che oltre alla visita lei esegue anche gli esami a domicilio, ma innanzitutto voglio complimentarmi per la schiettezza con cui lei parla dei problemi del cuore e, soprattutto, per la chiarezza sui suoi compensi, devo riconoscere, molto onesti. Tuttavia mi sento di fare un’osservazione: trovo che ci sia troppo sproposito tra il costo della visita in ambulatorio e quella al domicilio (quasi il doppio!). Infatti, per la nonnina che io assisto (92 anni e portatrice di pacemaker) diventa difficile sostenere tale spesa. Abita al 1° piano senza ascensore, e anche se con l'aiuto di sostegno riesce a spostarsi, risulta comunque un vero problema doversi recare in qualsiasi posto, per cui si lascia cadere il discorso della "visita preventiva" e per qualsiasi occorrenza si aspetta sempre che ci siano i presupposti per potere chiamare un’ambulanza.

Leonarda da Ciriè.


Risposta

Carissima Leonarda.

Se non in casi speciali, la visita medica domiciliare riguarda quella generica e non specialistica, a seguito della quale, e qualora siano necessarie, si predispongono interventi specifici. Tuttavia, privatamente, esistono vari specialisti che eseguono visite anche domiciliari, ma solo visite: gli esami da laboratorio (quali appunto Elettrocardiogramma, Ecocardiogramma, Spirometria) si eseguono presso l’Ambulatorio dello specialista per ciò di cui è attrezzato, o presso le sedi di Istituti Poliambulatoriali, ma non certamente al domicilio del paziente. Il mio ambulatorio è attrezzato per quegli esami che riguardano la mia specialità, e su questo tema mi permetto di farle notare alcune differenze di impegno che riguardano le prestazioni mediche specialistiche in un ambulatorio attrezzato, cioè dove gli strumenti sono costantemente piazzati e collegati pronti all’esecuzione del test; al domicilio bisogna invece possedere gli strumenti portatili, quindi prepararli a casa del paziente e alla fine smontare tutto. Lei capisce il notevole impegno di tempo e di lavoro, al quale è poi da aggiungere il tempo del tragitto, che nel caso suo supera i 90 minuti (Ciriè dista ben 33 Km da Torino).

Spero di essere stata sufficientemente chiara. In ogni caso, per la nonnina, se avesse bisogno, mi chiami pure: cercherò di venirle incontro per quanto possibile.

Le auguro una buona giornata.

Dott.ssa Havel.



Lettera 2

Buongiorno dottoressa, mi è capitato di leggere la sua pagina web sulla prevenzione e tra i fattori di rischio lei cita il fumo come principale causa i infarto. Io vivo in Sicilia, sono un gran fumatore e, a proposito, volevo dirle, anche per tutti i fumatori come me, che mio nonno fumava ben 60-70 sigarette al giorno ed è morto recentemente alla bella età di 99 anni in perfetta salute, mentre eravamo seduti a pranzo, chinando la testa sul tavolo. Come lo spiegherebbe, lei, questo caso nella sua prevenzione?

Francesco V.


Risposta

E cosa vuole che le dica, signor Francesco? Da come lo racconta, forse lei vorrebbe sentirsi dire che le prevenzioni cui io faccio cenno sono tutte fisime di noi medici, ma le dico invece che conosco un tizio (a mio avviso incosciente) che per lui, semafori e codice stradale sembrano regole arbitrarie e se ne vanta anche: non c’è semaforo rosso che riesca a farlo fermare! Eppure, a suo dire, non ha mai fatto incidenti e mai preso multe significative. Se per lei questo vuol dire che il codice stradale è una fisima della legge, allora credo sia inutile discutere con me che sono un cardiologo e che dedico il mio tempo alla salvaguardia della vita altrui. Perciò, anziché col buongiorno la saluto con un sincero “In bocca al lupo!”.